Ogni tanto mi torna la nostalgia di scrivere su questo blog che ha accompagnato la mia fase “agonistica” di corsa. Soprattutto per il ricordo di tanti amici che ho conosciuto, grazie a questo blog, e con cui ho corso e discusso di corsa, in particolare tra il 2007 e il 2013.
Si è chiuso il mio diciassettesimo anno di corsa da quando in una nebbiosa
serata invernale di marzo 2006 decisi di indossare regolarmente le scarpette e
feci i primi 6km di quella che sarebbe stata la mia nuova vita sportiva di runner.
Dopo quella uscita ce ne sono state (a fine 2022) altre 3.517 per un totale di 43.458
km percorsi: sì ho superato da qualche migliaio di km il giro attorno all’equatore!
In particolare, nel 2022 ho fatto 2.774 km in 280 uscite (compresi i non pochissimi
allenamenti sul tapis-roulant)
Sono molto grato
alla corsa perché mi ha regalato tanto in questi anni: conoscenza del mio corpo
e dei miei limiti, riduzione dello stress e benessere psico-fisico (grazie endorfine!)
e anche tanti nuovi amici.
Negli ultimi anni
ho affiancato anche altri esercizi fisici soprattutto di potenziamento
muscolare per i vari distretti muscolari per non perdere quel tono e massa
muscolare che è sicuramente una criticità dell’avanzare dell’età ma che giovano
anche all’attività podistica.
Nel 2022 dopo
tanto tempo ho provato anche l’ebbrezza di indossare di nuovo un pettorale: la
pandemia aveva reso fin troppo intima la mia corsa e la voglia di fare qualche
gara era tanta. Forte del mio convincimento che, per avere una vita sportiva
più lunga, la gara deve essere qualcosa da dosare con molta cautela ho
indossato comunque solo quattro volte il pettorale. La prima volta a marzo per
una 10 km al Trofeo Sempione dove in una gara molto ben organizzata e con l’adrenalina
della prima corsa post-pandemia in corpo, dopo 4 anni, ho strappato un 38’34’’
veramente insperato. Poi c’è stata in un maggio molto caldo quella Stramilano che
amo sempre tantissimo. E pur soffrendo, il caldo e l’umidità, sono riuscito a
stare, dopo 6 anni, sotto i 90’ con un buon 1h29’40’’. Dopo la pausa estiva ho
ricominciato con una complicata Run for Parkinson nella mia città, Voghera,
dove una gestione della prima parte troppo ardita mi ha fatto superare, seppur
di poco, i 39 minuti. Ma la gara più bella è stata l’ultima e cioè la mezza di
Busto Arsizio dove in una giornata fresca e su un percorso molto veloce sono
riuscito, in negative split, a chiudere in 1h 26’ 08’’. Devo dire che non avrei
mai pensato, a inizio anno, di ritornare a questi tempi alle porte dei 53 anni.
Concludo questo
mio bilancio 2022 con quattro lezioni che ho maturato in questi ultimi 3 anni di
corsa in età “diversamente” giovane e che vorrei condividere con tutti voi,
amici di corsa, anche per sapere il vostro parere al riguardo:
- Un buon compromesso tra correre per la prestazione
e correre per il benessere psico-fisico è rappresentato da un programma
settimanale semplice: 1
corsa ad alta intensità (ripetute stando almeno 25 minuti a velocità molto
alta), diciamo
zona 4-5, e altre corse (almeno 3) a piacere a bassa intensità in zona 2. Inutile e
troppo dispendiosi, superati i 50, seguire programmi molto complessi e difficili
da sostenere.
- Anche invecchiando, e non potendo avvicinare i
propri personali, è comunque importante darsi obiettivi relativi. Nel mio caso la sfida dei prossimi anni
sarà vedere per quanti anni riuscire a correre i 10km sotto i 40’ e la mezza sotto
i 90’. E poi ne fisserò altri. L’importanza degli obiettivi sta soprattutto nel
mantenere, comunque, una struttura basilare di allenamenti (vedi punto 1) che è
utile anche per infortunarsi di meno. Non so se è stato un caso ma i maggiori
infortuni della mia carriera li ho avuti tra il 2014 e il 2017 quando ho corso (quasi)
sempre fondi lenti.
- Dedicare almeno il 30% del proprio tempo di esercizio
fisico al potenziamento (anche con pesi) di tutti i distretti muscolari è un
investimento importante di lungo periodo, sia per evitare la sarcopenia sia per
stabilizzare la propria corsa ed evitare infortuni.
- Correre in compagnia, invecchiando, è qualcosa che apprezzo ancora di
più soprattutto e diventa uno stimolo per darle continuità. Il periodo di
pandemia mi ha fatto anche amare la corsa sul Tapis Roulant soprattutto
per il ritmo e la concentrazione a cui ti obbliga. Resta che la creatività (di
pensiero) scatenata da certe giornate di corsa solitaria sia
imperdibile. In questo senso mi sento di condividere che rendere quanto meno
routinario possibile il modo e il contesto in cui si corre favorisce la continuità
dell’esercizio fisico stesso. La diversità del contesto e della modalità in
cui si corre è una grande ricchezza che si apprezza con l’avanzare degli anni …
E per finire buon
2023 di corse a tutti miei compagni di corse!