giovedì 5 gennaio 2023

4 pettorali e 4 lezioni da un 2022 di corsa sorprendente … invecchiando!

 Ogni tanto mi torna la nostalgia di scrivere su questo blog che ha accompagnato la mia fase “agonistica” di corsa. Soprattutto per il ricordo di tanti amici che ho conosciuto, grazie a questo blog, e con cui ho corso e discusso di corsa, in particolare tra il 2007 e il 2013.

Si è chiuso il mio diciassettesimo anno di corsa da quando in una nebbiosa serata invernale di marzo 2006 decisi di indossare regolarmente le scarpette e feci i primi 6km di quella che sarebbe stata la mia nuova vita sportiva di runner. Dopo quella uscita ce ne sono state (a fine 2022) altre 3.517 per un totale di 43.458 km percorsi: sì ho superato da qualche migliaio di km il giro attorno all’equatore! In particolare, nel 2022 ho fatto 2.774 km in 280 uscite (compresi i non pochissimi allenamenti sul tapis-roulant)

Sono molto grato alla corsa perché mi ha regalato tanto in questi anni: conoscenza del mio corpo e dei miei limiti, riduzione dello stress e benessere psico-fisico (grazie endorfine!) e anche tanti nuovi amici.

Negli ultimi anni ho affiancato anche altri esercizi fisici soprattutto di potenziamento muscolare per i vari distretti muscolari per non perdere quel tono e massa muscolare che è sicuramente una criticità dell’avanzare dell’età ma che giovano anche all’attività podistica.

Nel 2022 dopo tanto tempo ho provato anche l’ebbrezza di indossare di nuovo un pettorale: la pandemia aveva reso fin troppo intima la mia corsa e la voglia di fare qualche gara era tanta. Forte del mio convincimento che, per avere una vita sportiva più lunga, la gara deve essere qualcosa da dosare con molta cautela ho indossato comunque solo quattro volte il pettorale. La prima volta a marzo per una 10 km al Trofeo Sempione dove in una gara molto ben organizzata e con l’adrenalina della prima corsa post-pandemia in corpo, dopo 4 anni, ho strappato un 38’34’’ veramente insperato. Poi c’è stata in un maggio molto caldo quella Stramilano che amo sempre tantissimo. E pur soffrendo, il caldo e l’umidità, sono riuscito a stare, dopo 6 anni, sotto i 90’ con un buon 1h29’40’’. Dopo la pausa estiva ho ricominciato con una complicata Run for Parkinson nella mia città, Voghera, dove una gestione della prima parte troppo ardita mi ha fatto superare, seppur di poco, i 39 minuti. Ma la gara più bella è stata l’ultima e cioè la mezza di Busto Arsizio dove in una giornata fresca e su un percorso molto veloce sono riuscito, in negative split, a chiudere in 1h 26’ 08’’. Devo dire che non avrei mai pensato, a inizio anno, di ritornare a questi tempi alle porte dei 53 anni.



Concludo questo mio bilancio 2022 con quattro lezioni che ho maturato in questi ultimi 3 anni di corsa in età “diversamente” giovane e che vorrei condividere con tutti voi, amici di corsa, anche per sapere il vostro parere al riguardo:

  1. Un buon compromesso tra correre per la prestazione e correre per il benessere psico-fisico è rappresentato da un programma settimanale semplice: 1 corsa ad alta intensità (ripetute stando almeno 25 minuti a velocità molto alta), diciamo zona 4-5, e altre corse (almeno 3) a piacere a bassa intensità in zona 2. Inutile e troppo dispendiosi, superati i 50, seguire programmi molto complessi e difficili da sostenere.
  2. Anche invecchiando, e non potendo avvicinare i propri personali, è comunque importante darsi obiettivi relativi. Nel mio caso la sfida dei prossimi anni sarà vedere per quanti anni riuscire a correre i 10km sotto i 40’ e la mezza sotto i 90’. E poi ne fisserò altri. L’importanza degli obiettivi sta soprattutto nel mantenere, comunque, una struttura basilare di allenamenti (vedi punto 1) che è utile anche per infortunarsi di meno. Non so se è stato un caso ma i maggiori infortuni della mia carriera li ho avuti tra il 2014 e il 2017 quando ho corso (quasi) sempre fondi lenti.
  3. Dedicare almeno il 30% del proprio tempo di esercizio fisico al potenziamento (anche con pesi) di tutti i distretti muscolari è un investimento importante di lungo periodo, sia per evitare la sarcopenia sia per stabilizzare la propria corsa ed evitare infortuni.
  4. Correre in compagnia, invecchiando, è qualcosa che apprezzo ancora di più soprattutto e diventa uno stimolo per darle continuità. Il periodo di pandemia mi ha fatto anche amare la corsa sul Tapis Roulant soprattutto per il ritmo e la concentrazione a cui ti obbliga. Resta che la creatività (di pensiero) scatenata da certe giornate di corsa solitaria sia imperdibile. In questo senso mi sento di condividere che rendere quanto meno routinario possibile il modo e il contesto in cui si corre favorisce la continuità dell’esercizio fisico stesso. La diversità del contesto e della modalità in cui si corre è una grande ricchezza che si apprezza con l’avanzare degli anni …

E per finire buon 2023 di corse a tutti miei compagni di corse!