Non sono in analisi ... intendiamoci: il titolo del post è po' impegnativo!
Parafrasando Battisti direi "lo scoprirò solo correndo"!
In realtà dopo i primi due post interlocutori volevo presentarmi come runner, anche se la parola va intesa in senso un po' "lasco".
Ho sempre amato la corsa in maniera "tangente", passatemi il neologismo, nel senso che fino ai 24 anni l'ho sempre utilizzata come preparazione atletica per altri sport che ho praticato fino a quell'età: intendiamoci niente di professionistico ma basket, tennis e calcetto con una certa continuità amatoriale. Poi gli impegni affettivi e lavorativi mi hanno gradualmente allontanato da questi sport che richiedono quella continuità ma soprattutto programmazione di orari (allenamenti e partite con altre persone) non compatibile con la mia vita post-universitaria.
Da allora ho passato momenti in cui ho alternato l'attività sportiva a momenti in cui gli impegni e soprattutto la pigrizia me lo hanno impedito. Ricordo questi ultimi come i peggiori della mia vita dal punto di psico-fisico. Ritengo che il mio fisico e la mia mente siano stati "programmati" per fare sport, si nutrono di esso e ne soffrano l'assenza.
In questi periodi sportivi ho alternato a seconda delle stagioni ciclismo e nuoto.
Poi 5 anni fa nella mia vita hanno fatto "felice" irruzione i figli (
il secondo pochi mesi orsono) e da quel momento il tempo da dedicare agli hobby e allo sport si è ulteriormente ridotto e sia il nuoto (più che altro per noia ...) che il ciclismo (più che altro per il significativo impegno temporale) sono stati lentamente ma inesorabilmente abbandonati.
Fortunatamente e in controtendenza rispetto alla media dei trentenni sposati italiani proprio in quel periodo (probabilmente a causa di un'incoscio shock positivo da paternità)
ho cominciato a perdere con gradualità peso allontanadomi da una situazione di sovrappeso (kg. 74 su 169 cm) in cui mi ero stabilizzato con gli anni.
Questo dimagrimento quasi inaspettato e vissuto in maniera molto positiva mi ha fatto acquisire una nuova consepovolezza del mio corpo e dell'importanza di nutrirlo, allenarlo e gestirlo con "intelligenza" (almeno questo è quello che tento di fare) .
Da quì il riavvicinamento circa 4 anni fa alla
corsa vissuta come momento di relax mentale e di allenameno fisico : una maglietta, pantaloncini e scarpette e via per 40/50 minuti. Il tutto vissuto in maniera "passionale" ma artigianale (niente riscaldamento, ritmi costanti e moderatamente elevati) .
Poi come tutte le altri travolgenti
passioni della mia vita con il tempo "evolvono" e cercano di nutrirsi di conoscenza e razionalità.
Da quel momento ho cercato di razionalizzare i miei allenamenti sia a livello di metodo e frequenza (da un minimo di 2 a un massimo di 4 allenamenti la settimana) sia a livello di misurazione delle prestazione e con esso degli stimoli.
Rimango tuttora un
solitario non competitivo amante della corsa.
Per finire una precisazione sui due aggettivi usati:
solitario: non per scelta ma spesso per orari e imprevidibilità nelle uscite. Quando ci si allena alle 5:30 al mattino o alle 21.00 alla sera (magari in inverno a 0°) o si decide l'orario o la presenza di un allenamento in funzione di malattie di bimbi o disponibilità di baby-sitter è difficile correre in compagnia!
non competitivo: nel senso che non ho ancora partecipato ad alcuna gara nè manifestazione podistica. Questo non vuol dire che non sia attento ai tempi (li raccoglierò in un prossimo post) anzi ... ma che un po' per tempo (vedi motivazioni del solitario) un po' per scelta (mi piace molto superare i miei migliori tempi sulle varie distanze) "razionale". Mi considero un "agonista" in molti ambiti della vita e dal momento che la corsa è uno strumento per migliorare la qualità della mia vita stessa preferisco (per il momento) viverla in maniera non competitiva. Questo non vuol dire che non possa cambiare idea anzi ...
Al prossimo post per qualche dato più tecnico sul mio essere runner ...